Una ricerca che non ha uguali, un materiale in grado
di riscrivere la storia di Pisa". Non più solo oggetto di sguardi
distratti, ma censite con una ricerca certosina in ogni angolo, piazza e
strada del territorio del Comune di Pisa. Trecentocinquanta epigrafi,
ovvero tutte le lapidi e le iscrizioni visibili dalla pubblica strada,
incluse quelle di porticati e interni di palazzi pubblici, sono state
l'oggetto di una ricerca, di una mappatura che, quando ne fu informato
dall'autore, il noto studioso di sociologia e del fenomeno religioso
nonché appassionato cultore della storia di Pisa monsignor Silvano
Burgalassi non esitò a definire ineguagliabile. Un materiale che oggi
l'autore di quell'immenso lavoro, Maurizio Villani, ha reso disponibile a
tutti, dallo storico all'appassionato della storia di Pisa,
trasformandolo nelle pagine del libro Le epigrafi commemorative di
Pisa, frammenti di storia scolpiti sulle case, sulle chiese e sui
monumenti sparsi per le vie della città pubblicato in questi giorni da Felici Editore.
A
presentare il nuovo volume, venerdì 7 dicembre, coordinati dal
giornalista Renzo Castelli, il sindaco di Pisa, Marco Filippeschi, il
presidente della Provincia di Pisa, Andrea Pieroni, l'arcivescovo
all'Arcidiocesi di Pisa, Giovanni Paolo Benotto, l'assessore ai Lavori
Pubblici del Comune di Pisa, Andrea Serfogli, lo storico Alberto
Zampieri e l'autore Maurizio Villani. Nel corso della ricerca sul
territorio che portò alla pubblicazione del suo precedente volume Le madonne di Pisa,
Villani preparava già la sua pubblicazione successiva. "Ogni qual volta
trovavo una lapide – afferma l'autore - la fotografavo e ne annotavo
l'ubicazione, ma questo interesse viene da più lontano". Fin da bambino
Villani prima ancora che imparasse a leggere notava quelle "strane
pietre" e fantasticava sulle storie che gli avrebbero potuto
raccontare. Una passione che durò negli anni, fin dopo la laurea in
ingegneria. "Fu allora – precisa Villani - che decisi di raccogliere
tutto il materiale esistente in letteratura, che mi sarebbe servito dopo
la ricerca capillare, strada per strada sul territorio". Poi durante il
censimento territoriale cercò di non tralasciare nessuna lapide antica o
moderna controllando tutte le vie del Comune di Pisa e organizzando
l'archivio secondo una metodologia scientifica, sicura.
Nel
libro le epigrafi sono state ordinate cronologicamente secondo l'anno
in cui si è svolto il fatto commemorato e suddivise in sette capitoli
corrispondenti ad altrettanti periodi storici: 33 lapidi per il
capitolo su "Pisa Repubblica marinara (1000 – 1313)", 10 per quello su
"Epoca delle signorie (1314 – 1405)", 62 per il capitolo su "Governo
mediceo (1406 – 1736)", 56 per quello su "Governo lorenese (1737
-1859)", 81 per il capitolo che spazia "Dall'Unità d'Italia alla fine
della prima guerra mondiale (1860 – 1918)", 55 per quello su "Il primo
dopoguerra e la seconda guerra mondiale (1919 – 1945)", 53 per quello su
"Il secondo dopoguerra e il periodo contemporaneo (1946-2012)". Per
ogni lapide o iscrizione censita è stata dedicata una scheda composta
dall'anno in cui si è svolto il fatto, da un approfondimento sull'evento
commemorato, da riferimenti bibliografici, dalla foto di dettaglio
della lapide e, talvolta, del contesto in cui è localizzata, dalla
trascrizione con l'indicazione della lingua e dalla traduzione in caso
di latino o spagnolo.
Una traduzione
assolutamente necessaria anche perché, come ha sottolineato
l'arcivescovo Benotto, "fino ad un certo periodo le lapidi sono tutte
scritte in latino e il latino non lo sa più nessuno". Un elemento che
contribuisce a rendere "questa raccolta molto preziosa anche sul piano
dello studio". Inoltre molte lapidi, come quelle nel Campo Santo "sono
difficilmente leggibili – ha proseguito l'arcivescovo di Pisa - e
comunque anche se sono leggibili non sono interpretabili". Da questo
libro "viene fuori una bella fetta di storia ecclesiale di Pisa". Per
l'arcivescovo di Pisa "lapidi e iscrizioni rimandano a quel desiderio
che ognuno si porta dentro di voler come "sopravvivere" allo scorrere
inesorabile del tempo che progressivamente assorbe e lava via i segni
del nostro passaggio su questa terra. E per questo ci si affida alla
pietra, al marmo e al bronzo, alla ricerca di qualcosa che non solo
registri ma trasmetta ai posteri la memoria di ciò che è avvenuto in un
tempo che si allontana sempre di più, permettendo così di capire,
attraverso i secoli, il perché e il come certi fatti si sono svolti,
impedendo agli stessi di dileguarsi nell'ombra".
Per
il presidente della Provincia Andrea Pieroni "vi è una perdita di
identità collettiva nel momento in cui non ci ritroviamo più disponibili
a sostare nella memoria, ad abitare la nostra storia attraverso lo
scorrere degli eventi raccolti in frasi, dediche, sentenze, lapidi,
monumenti". Si tratta di un libro che "ha anche un valore didattico,
oltre a quello informativo e divulgativo, e dovrebbe essere adottato
nelle scuole". Un'opera che per l'assessore Andrea Serfogli "rappresenta
anche una guida per la conoscenza e la visita della città" oltre che un
utile strumento "per far sì che queste lapidi possano essere conservate
e restaurate". Per il sindaco Marco Filippeschi è un libro
sorprendente, "un materiale vivo" capace di "rivelarci un aspetto di
Pisa che ci è quotidianamente sotto gli occhi e che può essere
distrattamente osservato come qualcosa a cui siamo abituati. Può
aiutarci ad avere anche un modo più lento, più meditativo di vivere la
città. Ma può anche essere letto come un avvincente repertorio di storia
e di arte in un arco di storia pisana che va dalla fondazione del Duomo
all'inaugurazione, il 20 ottobre 2011, di corso Italia rinnovata".
Fonte: http://www.pisainformaflash.it/notizie/dettaglio.html?nId=12413
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