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mercoledì 5 giugno 2013

Pisa e l'Unesco. Franca Vitale Fascetti presenta a Roma il volume “La piazza del Duomo e la selva pisana”

«Il patrimonio di ciascuno, patrimonio di tutti nella missione dell’Unesco, non rappresenta solo la memoria dell’umanità ma è uno dei più importanti valori sui quali si fonda la nostra civiltà. La città di Pisa è all’apice di riconoscimenti che ne universalizzano la fama: la piazza del Duomo, patrimonio dell’umanità dal 1987, la selva pisana, riserva della biosfera dal 2004, la basilica di San Piero a grado, monumento messaggero di una cultura di pace dal 2001». Un patrimonio universale e non solo pisano di cui parlerà a Roma la presidente del club Unesco di Pisa Franca Vitale Fascetti di fronte alla commissione italiana per l’Unesco, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per incoraggiare la collaborazione sull'Educazione, la Scienza e la Cultura (più precisamente l’acronimo deriva dall’inglese United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization) fondata dalle Nazioni Unite nel 1945.
L’occasione sarà la presentazione del suo nuovo volume "La cultura del patrimonio Unesco (1945-2012). La piazza del Duomo e la selva pisana" edito da Cld libri con il patrocinio del Comune di Pisa, della Provincia di Pisa e con il contributo di Navicelli spa e Sat aeroporto di Pisa. L’incontro pubblico è previsto giovedì 6 giugno alle ore 17.30 presso la sala del Primaticcio a Palazzo Firenze (piazza Firenze 27) a Roma.
Una presentazione di livello nazionale che anticiperà solo di pochi mesi l’inizio delle celebrazioni del novecentocinquantesimo della fondazione della cattedrale pisana, evento anch’esso non riducibile ad un ambito locale. Il Duomo di Pisa è uno di quei quattro capolavori della piazza che, come ricorda Fascetti «hanno  esercitato un’ampia influenza sulle arti monumentali italiani tra l’XI e il XIV secolo». «L’unicità del magnifico insieme dei suoi monumenti» è la motivazione con la quale  ventisei anni fa la piazza del Duomo venne dichiarata patrimonio dell’Umanità.
Con l’obiettivo di identificare, proteggere e conservare quei siti che rappresentano particolarità di eccezionale importanza da un punto di vista culturale o naturale nel 1972 la conferenza generale dell’Unesco ha adottato la convenzione sul patrimonio dell’umanità. La Convenzione considera il patrimonio culturale e ambientale come «il legame tra il nostro passato, ciò che siamo ora, e ciò che passeremo alle generazioni future», quel che potremmo definire la nostra stessa identità. Molto innovativo è il riconoscimento di un sito come patrimonio di tutta l’umanità indipendentemente dal paese in cui si trovi e la sua protezione come un dovere di tutta la comunità internazionale. Secondo l'ultimo aggiornamento del 2011 la lista è composta da un totale di 962 siti (745 beni culturali, 188 naturali e 29 misti) presenti in 157 paesi del mondo di cui 47, il maggior numero, in Italia (seguono la Spagna con 44 e la Cina con 43). «L’Unesco – sottolinea Fascetti – ha messo in piedi un sistema giuridico completo di tutela e di sviluppo per il patrimonio mondiale, culturale, naturale. Sistema che approvato in modo formale nell’intero pianeta, anche se non messo in pratica ovunque, è divenuto norma comune e valida per tutta l’umanità».
Pur non essendo formalmente parte della Convenzione sul Patrimonio dell'Umanità, all'interno del lavoro dell'Unesco è stato definito il programma MAB (man and biosphere) che ha come obiettivo quello di identificare aree di particolare pregio ambientale con caratteristiche antropiche peculiari alle quali viene attribuita la qualifica di riserva della biosfera. “Luoghi – sottolinea Fascetti- dove si sperimentano le migliori soluzioni possibili tra gli esseri umani e la natura” attraverso il mantenimento e la salvaguardia della biodiversità.
Ottava in Italia e seconda in Toscana dopo l’arcipelago della Toscana, dall’ottobre del 2004 la selva pisana è entrata nella lista delle riserve della biosfera. «La selva pisana – spiega Fascetti – deriva il suo nome dall’antica denominazione di una foresta che difende dai forti venti marini la pianura costiera, che si estende dalle Apuane e dalla Versilia fino alle colline di Livorno. Il cuore di questa foresta, compresa tra la foce dell’Arno e il corso terminale del Serchio è oggi conosciuta come Parco di San Rossore». Il riconoscimento della peculiarità del sito è rintracciabile nella motivazione con la quale il comitato Unesco l’ha aggiunto nella lista della riserva della biosfera: «La selva pisana collega il Parco regionale  Migliarino San Rossore Massaciuccoli con processi di pianificazione urbanistica e socioeconomico della città di Pisa. Peculiarità del sito sono l’agricoltura sostenibile, la selvicultura e il turismo assieme alla conservazione dell’ecosistema».
A partire dal 2003 è stata adottata dall’Unesco la convenzione per la salvaguardia del patrimonio orale e immateriale dell'umanità. Si tratta di beni appartenenti alla tradizione culturale (un esempio è la Dieta mediterranea). In occasione dell’ultimo capodanno pisano, il 25 marzo 2013, è stata candidata ad entrare in questa nuova lista (in Italia una delle prima ad entrare è stata l’opera dei pupi siciliani) la luminara di Pisa. Una candidatura per ora italiana che l’organizzazione delle Nazione  Unite sta valutando. In caso di esito positivo si tratterebbe del quarto riconoscimento che la città di Pisa si vedrebbe attribuita dall’Unesco. 
Enrico Stampacchia
Fonte:http://www.pisainformaflash.it/notizie/dettaglio.html?nId=14161

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