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venerdì 2 novembre 2012

La recensione del libro di Meucci: “Storia illustrata di Pisa al mare”

Tirrenia compie ottant’anni. Se il 21 settembre 1932 la vaporiera che collegava Pisa e Marina veniva sostituita con una nuova linea ferroviaria elettrica Pisa – Marina – Mezzapiaggia (successivamente ribattezzata Tirrenia), esattamente il 3 novembre dello stesso anno Vittorio Emanuele III nella villa reale di San Rossore firmava il Regio Decreto che istituiva l'Ente autonomo Tirrenia. Come previsto già dal decreto istitutivo l'ente rimarrà in vita per cinquant'anni esatti e si occuperà  “di apprestare un piano regolatore della zona e curarne l'attuazione mediante la cessione di aree” da edificare in una superficie di circa 1.800 ettari, dal fosso Calambrone alla via della Bigattiera. Ma il 2012 è stato un anno ricco di anniversari per le località del litorale pisano: le ottanta candeline per il compleanno di Tirrenia vanno ad aggiungersi alle centoquaranta per la ricorrenza del primo piano regolatore di Marina di Pisa, alle centoventi per quella dell'inaugurazione del trammino Pisa Marina e alle ottanta per l'anniversario dell'inaugurazione della prima colonia estiva sull'arenile di Calambrone.
Una storia, quella dell'urbanizzazione del litorale pisano, che il nuovo libro di Giuseppe Meucci Storia illustrata di Pisa al mare, Marina, Tirrenia, Calambrone pubblicato da Pacini editore  descrive e ripercorre molto bene  a partire dai grandi volani di sviluppo: le attività balneari, la fabbrica che trasformerà Marina da località di villeggiatura d'elites della Belle Epoque a città operaia, gli stabilimenti cinematografici a Tirrenia, le colonie estive di Calambrone (vedi la cronologia con i principali dati tratti dal libro di Meucci). Una storia relativamente recente: un secolo e mezzo che incidentalmente inizia proprio con l'unificazione italiana e più precisamente con il passaggio della tenuta di San Rossore dai Lorena ai Savoia che fecero trasferire sulla riva opposta dell'Arno le attività balneari dei Ceccherini (ovvero una piccola pensione, un punto di ristoro, pochi spogliatoi e qualche tenda per ripararsi dal sole) sorte negli anni Trenta dell'Ottocento sulla spiaggia della tenuta.
Una storia densa di eventi e di personaggi di rilevanza nazionale dal re Vittorio Emanuele II a Gabriele D'Annunzio, da Giovacchino Forzano e lo stesso Mussolini a Carlo Ponti e Sofia Loren. Sarà proprio Mussolini, che - come sottolinea Meucci - “vedeva nel cinema un formidabile strumento di propaganda e di controllo delle emozioni popolari”, a incoraggiare la nascita degli studi cinematografici a Tirrenia che rappresenterà uno dei primi atti della fondazione della nuova località del litorale pisano. Marina di Pisa, tra lo sviluppo della nuova fabbrica CMASA e l'erosione della spiaggia, era “ormai una nobile decaduta ma – precisa Meucci - nella pineta di Mezzapiaggia, rinominata Tirrenia il grande arenile c'è sempre, intatto, orlato da una corona di dune sulle quali crescono i pini, le tamerici, fioriscono le ginestre”. Così sia i pisani che i livornesi fecero a gara ad allungare gli occhi “su quel paradiso terrestre ancora intatto”. Da una parte il ras pisano Guido Buffarini Guidi, podestà di Pisa e segretario federale del partito (dal 1933 sottosegretario agli Interni), dall'altra il livornese Costanzo Ciano, ministro delle poste (dal 1934 presidente della Camera) e consuocero di Mussolini.
“Si dice – afferma sempre Meucci nel suo libro - che gli attriti fra i due gerarchi, provocati dalla voglia di mettere le mani per primi sulla spiaggia e sulla pineta di Tombolo, creassero non pochi problemi a Mussolini che, tirato per la giacca da una parte e dall'altra, alla fine prese una decisione salomonica. Né Pisa, né Livorno”. La scelta fu quella di istituire un terzo soggetto, l'Ente autonomo di Tirrenia, retto da un consiglio di amministrazione composto da cinque membri, due nominati dal podestà di Pisa, due da quello dì Livorno, e uno, il presidente, designato dal ministero dell'Interno. Un ente che, pur lasciando il territorio di Tirrenia e Calambrone all'interno dei confini del Comune di Pisa, avrebbe gestito direttamente lo sviluppo urbanistico della  macchia di Tombolo, compresa anche la promozione e la disciplina delle stesse iniziative private. A partire proprio dall'assegnazione a Giovacchino Forzano di quel vasto appezzamento di terreno sul quale sarebbe sorto il grande centro cinematografico di Tirrenia. E quella volta, almeno nella scelta del nome, si riuscì a compiere una sintesi tra le due città rivali: la Società cinematografica immobiliare che sarebbe nata di lì a poco sarà chiamata Pisorno.   

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