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mercoledì 7 marzo 2012

Viva Verdi

Anniversari e celebrazioni storiche non sono ricordate solo con pubblicazioni ed eventi istituzionali o prodotti editoriali. Per tener viva la memoria storica, anche sul piano locale, in occasione delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia il calcesano Mario Pellegrini aveva voluto dare un contributo personale con la realizzazione di un breve opuscolo autoprodotto.
Intitolata Viva Verdi, la nota espressione risorgimentale che attraverso il tributo al grande compositore italiano intendeva indicare l’acronimo di quel che per la censura dell’epoca sarebbe stato assolutamente impronunciabile, ovvero “Viva Vittorio Emanuele Re d’Italia”, la pubblicazione è realizzata in modo artigianale con l’obiettivo dichiarato dallo stesso autore di rappresentare “l’appassionata partecipazione dei calcesani” alla celebrazione dell’evento e soprattutto contribuire a farlo apprezzare meglio. Il ricordo di concittadini calcesani (ma, più in generale, anche di pisani e toscani) protagonisti come “Silvestro Centofanti, che animò la spedizione degli universitari di Pisa a Curtatone e Montanara, e Giovanni Granucci che partecipò alla spedizione dei Mille” è inserito all’interno di una breve narrazione di noti eventi risorgimentali e del profilo di personaggi storici quali Mazzini, Garibaldi, Cavour, Vittorio Emanuele II.

Per il Sindaco di Calci, Bruno Possenti, è un contributo ed “uno stimolo ad approfondire e riflettere” capace, in poche pagine, di scorrere “quasi due secoli di storia”. La pubblicazione, densa di semplici e sintetiche notizie storiche, non si conclude con l’Unità d’Italia. Uno dei capitoli finali è dedicato alla Resistenza rappresentata, in perfetto accordo con il giudizio di molti storici, come secondo Risorgimento “che ha posto le basi per ricostruire un paese distrutto dalla guerra”. Per Pellegrini, che nel 1944 è tra i fondatori della Democrazia Cristina clandestina, eventi come l’insurrezione popolare a Genova del 21 aprile del 1945 o l’entusiasmo della popolazione milanese per la Liberazione del 25 aprile 1945 appaiono come ricorsi storici di avvenimenti risorgimentali quali, ad esempio, le “5 giornate di Milano” del marzo 1848. Pellegrini conclude la sua pubblicazione paragonandosi a chi per dipingere un quadro “ha intinto il pennello nei colori della tavolozza ed ha imbrattato una tela con alcune pennellate alla rinfusa”.

Enrico Stampacchia

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