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lunedì 19 dicembre 2011

Giuseppe Viviani dagli occhi al cuore, parlare con le immagini rispondere con le parole


“Dagli occhi al cuore è stato un viaggio su un fantomatico treno che, partendo da uno sguardo è andato oltre il visivo e si è posato non fuori, ma dentro di noi, e proprio nella stazione del nostro cuore ha collocato la sua ultima fermata”. Con questo epilogo Cristina Barsantini termina il suo libro di testimonianze e interviste Giuseppe Viviani dagli occhi al cuore, edizioni Ets, presentato a Pisa sabato 17 dicembre presso il salone del Palazzo del Consiglio dei Dodici in piazza dei Cavalieri.
In una sala gremita, coordinati dalla giornalista Rai Betty Barsantini, sono intervenuti il sindaco di Pisa Marco Filippeschi, Silvia Panichi, assessore alla Cultura del Comune di Pisa, Franca Masi, insegnante della scuola elementare di Marina di Pisa e Stefano Bucciarelli, preside del Liceo Classico G. Galilei di Pisa nell'anno 2010-2011. “Un bel libro che è un regalo alla città ed un importante segno di continuità dopo la mostra su Viviani a palazzo Lanfranchi” ha subito sottolineato Filippeschi che è anche presente con un’intervista all’interno del libro.Attraverso la testimonianza e l’interpretazione dei bambini della scuola elementare Viviani, dei ragazzi della scuola media Pisano e del Liceo Classico Galilei, ma anche di adulti non esperti del settore, l’autrice ha cercato un modo di stabilire un rapporto tra Viviani, che definisce “poeta per immagini di Marina di Pisa”, e il mondo d’oggi, un modo di far rivivere l’artista.
“Lui ha parlato con le immagini – afferma Barsantini – loro con le parole il tutto in un dialogo originale e ricco di messaggi” con una lettura spontanea che i ragazzi sono particolarmente predisposti a dare: “Hanno avuto la capacità di colmare quella frattura che si determina tra il mondo delle immagini e il mondo delle parole”.
Non è un libro di storia dell’arte ma “un tentativo di scoprire attraverso le opere di Viviani l’esperienza emozionale che si ha nell’osservazione di un quadro”  perchè “il dato tecnico diventa arte se è capace di trasmettere emozioni” precisa l’autrice sorpresa dall’entusiasmo con cui presidi e insegnanti hanno aderito all’iniziativa. L’intenzione di Barsantini di non coinvolgere critici d’arte, che pure apprezza e ammira, è stata determinata da un pessimo rapporto con le definizioni che considera un limite mentre l’arte è capace di varcare le soglie del definito: “Nelle immagini viene fissato un momento di eterno, un momento di verità che valica i confine della razionalità per penetrare nell’immaginario di ognuno.  L’arte (...) non usa il linguaggio delle parole ma quello dei sensi e si inserisce in una sfera che non ha bisogno di definizione alcuna”. Per Barsantini l’obiettivo è “imparare ad ascoltarci, a conoscerci e a riappropriarsi di noi stessi, riconoscendo le nostre emozioni che sono la nostra parte più vera”.
Per Filippeschi la figura di Viviani è straordinaria: “La sua capacità di far vivere di vita propria gli oggetti più modesti, la sagoma di una sedia, un tavolino abbandonato su una spiaggia. Nella nostra epoca così tecnologica rischia di venir meno la capacità di proiettare sugli oggetti quotidiani quel vissuto di pensieri, gioie, malinconie che permettono a tutto ciò che ci circonda di intessere con noi un rapporto quasi simbiotico ed anche venato d’affetto”. Viviani è riuscito a costruire legami molto “forti con la nostra città, rappresentata tanto bene nella sua molteplicità: dagli alabastrini della piazza del Duomo alle terrazze dei bagni di Marina di Pisa”. Sul rapporto strettissimo dell’artista con il territorio di Marina, Filippeschi conclude con un riferimento  al presente: “I molti cambiamenti sociali e strutturali in corso devono vedere una forza positiva che non faccia perdere nella memoria tracce di identità”.
Enrico Stampacchia
Fonte: http://pisainformaflash.it/notizie/archivio/dettaglio.html?nId=9058

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