indice

venerdì 30 dicembre 2011

I collegi d’eccellenza nella storia di Pisa


Ci sono libri che scaturiscono dalla fantasia di uno scrittore ed altri che invece sono il prodotto di un lungo ed approfondito lavoro di ricerca e che ricostruiscono episodi, momenti, istituzioni, comunità, talvolta dimenticati o che, se noti, hanno bisogno di essere compiutamente interpretati. E' il caso di Scuole di responsabilità. I "collegi nazionali" nella Normale gentiliana (1932-1944) di Andrea Mariuzzo, Edizioni della Normale.
Una parte della storia di Pisa, è un fatto noto, sta nella sua Università, o meglio dovremmo dire nelle sue Università, al plurale. Non esiste città in Italia che abbia istituzioni universitarie simili ai "collegi", alla Scuola Normale e alla Scuola S. Anna, dove la formazione di eccellenza prevede non solo la frequenza della Università, ma la permanenza in apposite residenze, i "collegi", appunto.
Pisa così ha avuto in sorte di essere stato luogo di formazione della élite culturale e politica, talvolta arrivata da fuori e destinata a svolgere un ruolo nazionale. Alla Scuola Normale, di origine napoleonica, nei primi anni Trenta del secolo scorso si affiancano, in un progetto ambizioso, due nuovi "collegi", il Collegio Mussolini, e il Collegio Nazionale Medico, che si rivolgono agli studenti non delle Facoltà di Lettere e di Scienze come la Normale ma a quelli della Facoltà di Giurisprudenza e di Medicina. Mentre il Collegio Nazionale Medico, istituito anche attraverso un pionieristico consorzio cui partecipano aziende, assume un ruolo più defilato, come si addice a chi è fortemente impegnato nella attività clinica, il Collegio Mussolini intende prefigurare un progetto più ampio. Lo anticipa la formazione presso la Facoltà di Giurisprudenza di una Scuola di Scienze Corporative, a capo della quale da Roma arriva Giuseppe Bottai, uno dei maggiori intellettuali messi in campo dal fascismo che lega la sua carriera politica alla elaborazione della dottrina del corporativismo, la specifica "terza via" che il fascismo, regime nuovo, vorrebbe come propria originale creazione.
Così da Pisa sede universitaria passa una parte consistente di quel dibattito, e il nuovo Collegio Mussolini dovrebbe essere una sorta di vivaio dell'intellighenzia corporativista e fascista. Alla Normale diretta da Giovanni Gentile si affianca dunque un progetto di larga portata, che Andrea Mariuzzo, giovane storico contemporaneo, studia con grande attenzione e capacità interpretativa. Seppur attraverso il Collegio Mussolini passino molti giovani che diventeranno, dopo la delusione e il crollo del fascismo, uomini prima della Resistenza poi della repubblica democratica, nel libro di Mariuzzo viene superata, come del resto in altri recenti studi relativi al fascismo universitario, l'idea affacciata nell’immediato dopoguerra che aveva ridotto questa esperienza solo ad una sorta di lunga fronda anticipatrice della presa di coscienza antifascista. Il percorso di questa generazione controversa è in realtà assai più complesso e articolato. Come lo è anche l'indirizzo del Collegio medesimo che anche tra i docenti è luogo controverso e subirà in pieno la crisi del corporativismo.
L’analisi approfondita di Mariuzzo segue da vicino anche le vicende personali e professionali dei singoli collegiali. L’autore fornisce un giudizio complessivo di questa esperienza sotto la definizione, che dà il titolo al libro, di "scuole di responsabilità", di luoghi di educazione ad una cultura professionale che trovi nella formazione umana e personale un elemento basilare e nella sua proiezione verso l'impegno collettivo una caratteristica imprescindibile. Osserva anche per i collegiali del Medico la "tendenza ad allocarsi in ruoli professionali tra i più prestigiosi degli organigrammi della sanità italiana".
Collegio Mussolini e Collegio Nazionale Medico sono confluiti, insieme ad altri collegi di altre facoltà, e per vari stadi, in quella che è oggi la Scuola Superiore S. Anna, e basterebbe questo a farne un elemento importante della storia di Pisa. Il libro di Mariuzzo ci ricorda come sia a pieno titolo parte della storia e della temperie di questa città anche quella storia più nascosta, meno visibile, ma non per questo minore, che si svolge nei luoghi universitari, nei "collegi", nelle aule, nelle biblioteche e nelle cliniche.
Enrico Stampacchia

Nessun commento:

Posta un commento