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domenica 5 febbraio 2012

E dilettando appaga.... Il palazzo Quarantotti a Pisa: studi e restauri

E' ormai un monumento nazionale. A vederlo dall'esterno, da via Tavoleria, non è facile immaginare la bellezza delle sue sale. Tesori d'arte che possono essere ammirati attraverso visite regolate da una convenzione tra la Congregazione delle Suore di Santa Marta, titolare del palazzo adibito a pensionato universitario femminile, e il Ministero dei Beni Culturali. Ma anche, in parte, attraverso le immagini fotografiche presenti nel nuovo  libro edito da Ets E dilettando appaga.... Il palazzo Quarantotti a Pisa: studi e restauri con testi di Alessandro Baldassari, architetto responsabile dell'opera di restauro e curatore dell'intero volume, Maria Giulia Burresi, Benedetta Moreschini, Silvia Nannipieri, Mauro Sassu.
Presentato venerdì 3 febbraio da Claudio Casini e Federico Bracaloni con un saluto  del sindaco di Pisa Marco Filippeschi, dell'arcivescovo mons. Giovanni Paolo Benotto, di Madre Antonia Dei, del presidente della Federazione Italiana “Amici dei Musei” Mauro Del Corso, il libro ripercorre la storia del Palazzo Quarantotti, attraverso anche la vita delle tre famiglie pisane che lo hanno posseduto, i Carnesecchi i Celati e i Quarantotti, e testimonia le sue trasformazioni strutturali e artistiche.
Con questo volume Ets inaugura la nuova collana diretta da Baldassari e Burresi "Utilità e Bellezza" che intende presentare i recenti recuperi di edifici storici pisani in grado di realizzare oltre al restauro, inedite capacità conoscitive e progetti di riuso o di valorizzazione. E' la riproposizione di quell'inscindibile rapporto che, secondo le linee tracciate dall'assunto vitruviano, si instaura in architettura tra utilità e bellezza.
In questo primo volume, seguiranno La chiesa di San Frediano a Pisa, Le Logge di Banchi, La chiesa di San Casciano a Settimo, Palazzo Poschi in Pisa, La chiesa di Sant'Andrea Forisportam a Pisa, l’autore-restauratore ci offre, con grande competenza, i risultati dell'opera di restauro permettendo a tutti di goderne i risultati. Si può così constatare come dentro un’opera d’arte sia possibile crearne un'altra, fondendo insieme antico e moderno. Per Baldassari un progetto di restauro ponderato potrà ammettere "la sola rimozione di quegli elementi recenti e privi di valore (...) che costituiscono un disturbo nella percezione del monumento in tutte le sue  stratificazioni storiche. La natura di questi interventi deve garantire comunque la coerenza e la comprensibilità dell'opera d'arte sulle quali si esercita". Una presa di posizione che, per Filippeschi, è "all'altezza del dibattito che anima la città". Questa opera di restauro su "uno dei palazzi più importanti di Pisa" in "uno dei suoi luoghi più antichi" e "cruciali, non solo dal punto di vista architettonico, ma anche da quello dell’identità cittadina", si propone di "conservare i vari strati storici" ricucendo "i vuoti con un linguaggio e una sensibilità che sono, inevitabilmente, contemporanei".
Enrico Stampacchia

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